jueves, 22 de agosto de 2013

''PRESTO UN TERREMOTO DISTRUTTIVO SULL'ITALIA''.



 L'Italia è sotto la minaccia di un terremoto che potrebbe essere distruttivo.
È questo l'allarme lanciato da Marco Mucciarelli, laureato in Fisica e professore universitario di Sismologia Applicata presso la Scuola di Ingegneria dell'Università della Basilicata. Mucciarelli è anche il direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale.

Nel suo blog ha sottolineato la veridicità di quanto dichiarato dal Capo Dipartimento della Protezione Civile che ha riconosciuto di aspettare un imminente terremoto che interesserebbe lo stivale. L'analisi parte con una semplice conta delle scosse definite catastrofiche, cioè con una magnitudo superiore ai 6.3 gradi. Dal 1100 a oggi se ne sono contati 59, anche se alcuni potrebbero non essere arrivati fino a noi. Prendendo per buono questo dato, significa però che la loro media si aggira su uno ogni 15 anni. E a oggi ne sono passati addirittura 33 dall'ultima violenta scossa registrata: era il 1980 e a tremare fu l'Irpinia. Questo significa che è già passato più del doppio del tempo dell'attuale media e che siamo ormai prossimi al periodo massimo mai intercorso tra scosse di questo tipo, 38 anni tra il sisma dell'Irpinia del 1930 e quello del 1968 del Belice.

Non è possibile fare delle stime molto precise o individuare data e luogo, ma bisogna tener conto che un episodio significativo di terremoto è prossimo e Mucciarelli invita a non farsi trovare impreparati.
Probabilmente più a rischio è il Sud dello Stivale. Secondo il professore in questo momento si parla di un 30% di possibilità; il calcolo è semplice: il 60% dei terremoti di quell'intensità avvengono nella sud dell'Italia, la media di attesa di questi eventi è di quattro anni e visto che la conta è cominciata l'anno scorso, il 50% delle probabilità parla di una scossa entro un anno. Ecco quindi arrivare la stima di una possibilità attestata intorno al 30%.

Playa al atardecer



La olas altas que se aproximan a las playas llanas empiezan a romper a una distancia considerable de la costa creándose en su cresta una espuma que se extiende gradualmente sobre la superficie descendente de la ola.

Las playas están formadas por sedimentos de distintos tamaños, que pueden ser desde finas partículas de arena hasta cantos rodados. La mayoría de las playas están compuestas de arena silícea. Sin embargo, en muchas de ellas, especialmente en las de las zonas tropicales, la presencia de conchas o corales fragmentados implica que los sedimentos tienen un alto contenido en carbonato.

Erosión marina


El proceso de rompimiento de la ola implica la liberación de su energía. El modo en que rompe la ola, el tipo de ola de rompiente resultante y la capacidad del rompimiento y modificar la línea de costa dependen de la altura inicial de la ola y de la pendiente del acantilado.

La erosión causada en las zonas costeras por el oleaje marino forma las costas de abrasión, que son excavadas continuamente por las olas. Un poco por encima del nivel medio de la superficie se forman entrantes, que luego se amplían hasta dar lugar a embocaduras o grutas. Con el tiempo, se perfilan los acantilados, que son paredes verticales o incluso inclinadas sobre el mar producidas por este proceso erosivo.

Volcan Etna


El volcán Etna, localizado en Sicilia (Italia), ha estado erupcionando por cientos de miles de años. El volcán produce fuentes de lava de más de un kilómetro de alto.

El volcán Etna no es sólo uno de los volcanes más activos en la Tierra, sino que es también uno de los más grandes, ya que mide más de 50 kilómetros de base y alcanza unos tres mil metros de altura. Esta foto fue tomada en Mayo del 2001 y se observan dos fuentes de lava cerca del centro, mientras que la lava hirviente baja por el volcán por la ladera que queda a la izquierda.

El volcán Etna es un volcán basáltico, está compuesto por un material similar al que compone Marte y produce canales de lava similares. La rotación de la Tierra es detectable en esta larga toma por las estelas que van dejando las luces de las estrellas.

SCOPERTI DUE NUOVI PIANETI EXTRASOLARI: ''HANO ACQUA, SONO SIMILI ALLA TERRA''



 Rassegnamoci: non siamo soli nell’universo. Il telescopio spaziale Kepler ha scoperto due pianeti fratelli della Terra, due sosia del nostro mondo nella Via Lattea. Pianeti dove potrebbe esserci acqua. E forse la vita.
Si tratta dei pianeti più simili alla Terra mai scoperti, fa sapere il gruppo di ricercatori guidato dall’americano William Borucki, del centro di ricerche Ames della Nasa, . La scoperta, che ha annunciato sulla rivista Science i risultati delle ricerche basate sui dati del telescopio spaziale Kepler. «I pianeti simili alla Terra esistono», dice l’astronomo Raffaele Gratton, dell’Osservatorio di Padova dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Lo scopo di queste ricerche, prosegue Gratton, è capire se ci sono probabilità che questi sistemi ospitino la vita e magari trovarne le testimonianze.
I due fratelli della Terra fanno parte di un gruppo di pianeti nato intorno alla stella Kepler-62, che somiglia al Sole e dista fra 2.000 e 3.000 anni luce da noi. I due sosia della Terra, che i ricercatori ipotizzano solidi, con una composizione rocciosa o ghiacciata, con un’atmosfera con azoto, anidride carbonica e acqua, sono stati scoperti grazie alla tecnica dei transiti, che analizza le fluttuazioni nella luminosità di una stella nel momento in cui un pianeta le passa davanti, eclissandola parzialmente. I due pianeti ricevono dalla stella un flusso di luce simile a quello che Venere e Marte ricevono dal Sole e questo lascia supporre che possano ospitare un’atmosfera e acqua liquida.
«Un pianeta avvolto da un’atmosfera e con fiumi e mari sarebbe un Santo Graal per la planetologia extrasolare», scrive Science commentando la scoperta.

SHOW SUL SOLE: TRE ERUZIONI IN 24 ORE



 Una serie di tre eruzioni solari molto violente, si sono susseguite nell'arco di 24 ore, provocando altrettanti blackouttemporanei delle comunicazioni radio, secondo quanto riportato dall'Agenzia americana per l'atmosfera e gli oceani (Noaa). 
Il primo brillamento, registrato lunedì mattina , è stato seguito da un secondo evento di classe X 2.8 registrato ieri sera, alle 18:05 ora italiana. Una terza eruzione (di classe X 3.2) si è invece verificata questa mattina alle 3:17 ora italiana: è stato l'evento più potente di questo anno, e il terzo più potente di questo ciclo solare, battuto solo dal brillamento di classe X 6.9 del 9 agosto 2011, come ricordano gli esperti dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). I brillamenti di classe X sono in assoluto i più violenti. Il numero che accompagna la lettera specifica ulteriormente la loro intensità: un evento di classe X 2 è due volte più potente di uno di classe X 1, uno di classe X 3 è tre volte più intenso, e così via. Le tre eruzioni di questi giorni sono state accompagnate da espulsioni di massa coronale, un altro tipo di evento che proietta grandi quantità di particelle dalla corona solare nello spazio. Secondo i modelli elaborati dalla Nasa, le particelle espulse con il terzo brillamento si sono allontanate dal Sole ad una velocità record, e potrebbero addirittura raggiungere le ondate di particelle emesse dai due brillamenti precedenti. Queste ondate di particelle solari non erano rivolte verso la Terra. Tuttavia tre satelliti della Nasa (Stereo-B, Messenger e Spitzer) sono sulla traiettoria. I loro team si sono attivati per mettere i satelliti in modalità 'sicurà, in modo da proteggere gli strumenti dal flusso di materia proveniente dal Sole.

Universo Básico

"Universo" (del latín universus), se define como el conjunto de todas las cosas creadas (si se cree en la creación) o de todas las cosas que existen. Solemos utilizar palabras como "universal" o "universalidad" para referirnos a un hecho o idea que lo abarca todo aunque, a menudo, hacemos referencia a algo que no va más allá de nuestro planeta, como cuando nombramos un artista "universal" o nos referimos a la "universalidad" de leyes, fenómenos o hechos culturales. En estos casos, aunque obviamente nos referimos al ámbito de nuestro planeta, seguimos expresando una idea de totalidad.



Cuando hablamos del Universo astronómico parece más adecuado referirnos a él con la palabra griega "Cosmos". Aunque en muchos diccionarios podemos encontrar exactamente las mismas definiciones para ámbos términos, hay una diferencia de matíz: "Cosmos" parece limitado a la materia y al espacio, mientras que el concepto de "Universo" incluye también la energia y el tiempo.

En este capítulo vamos a tratar los aspectos básicos del Universo: qué es, cómo se observa y cuales son sus leyes fundamentales.

Barrera arrecifes

Barrera arrecifes

La Gran Barrera de Arrecifes es la mayor estructura jamás construida por un organismo vivo. Al menos se pueden encontrar 350 especies de coral diferentes en el arrecife, que tiene 2,000 kilómetros de longitud y forma un rompeolas natural para la costa este de Australia.

Los sedimentos subyacentes, dos veces más viejos que el propio arrecife, indican que la región estuvo alguna vez por encima del nivel del mar. El arrecife empezó a crecer hace más de 25 millones de años. Tal como muestra la foto, el arrecife está formado por muchos arrecifes individuales inconexos, separados por profundos canales de agua.

Los restos calcáreos de los corales suministran el material de construcción básico para los arrecifes, mientras que los residuos de las algas coralinas proporcionan el cemento que mantiene unida esta estructura. Cuando se fosilizan, estos arrecifes y los restos erosinonados de ellos forman gruesos bloques de caliza.

Las causas de su tamaño y longevidad son la gran estabilidad geológica del asentamiento en la plataforma australiana y las favorables corrientes oceánicas. El coral no puede existir a temperaturas por debajo 21° centígrados. La calidez de las aguas australianas varía poco con la profundidad debido a la acción beneficiosa de los vientos del sureste. Estos vientos soplan sobre el borde exterior del arrecife durante nueve meses al año, y esto mantiene también el suministro de agua de mar rica en material orgánico necesario para el crecimiento del coral.

L'ETNA VERSO LA DECIMA ERUZIONE. ESPLOSIONI E FONTANE DI LAVA


 Forti boati e piccole scosse sismiche annunciano un'altra eruzione dell'Etna, la decima dall'inizio dell'anno. L’ultimo parossismo si è avuto nel pomeriggio del 3 Aprile, con fontane di lava e forti esplosioni, emissione di colate di lava dai fianchi sud, sud-est e nord-est del cono, e la produzione di una nube di materiale piroclastico.
Per ora non si è avuta alcuna eruzione ma dati i fenomeni che si stanno susseguendo da un po' di giorni per gli esperti sembra essere prossima. Per la sicurezza degli abitanti l’INGV, l’istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sta tenendo monitorata la situazione.

'SUPER-TERRE' ABITABILI: TRE PIANETI VICINI A NOI POTREBBERO OSPITARE FORME DI VITA






Pianeti in grado di ospitare forme di vita a pochi anni luce dalla terra.
Nelle vicinanze della Terra, a soli 22 anni luce dal nostro sistema solare, ci sono tre pianeti che potrebbero ospitare forme di vita. Sono rocciosi come il nostro pianeta e un pò più grandi, tanto da essere chiamati 'Super Terre'.
Si trovano nella cosiddetta 'zona abitabile' ossia sono alla distanza ideale dalla loro stella per poter avere acqua allo stato liquido in superficie e, forse, forme di vita.

La scoperta, pubblicata sulla rivista Astronomy & Astrophysics, si deve ad un gruppo di ricerca internazionale che ha utilizzato i telescopi dell'Osservatorio Europeo Meridionale (Eso). «Trovare tre pianeti di piccola massa nella zona abitabile di una stella è una grande emozione!», osserva Mikko Tuomi, dell'università britannica di Hertfordshire, che ha coordinato la ricerca con Guillem Anglada-Escudè, dell'università tedesca di Goettingen. Per un altro degli autori, Rory Barnes, dell'università di Washington, «il numero di pianeti potenzialmente abitabili nella nostra galassia è molto maggiore, se ci possiamo aspettare di trovarne molti intorno a ciascuna stella di piccola massa. Invece di guardare dieci stelle per cercare un singolo pianeta abitabile, sappiamo ora che possiamo guardare una sola stella e trovarne parecchi».

Le tre super-Terre fanno parte del sistema di sei pianeti che ruota intorno alla stella Gliese 667C: è il primo sistema planetario nel quale la zona abitabile è 'al completò, ossia del tutto popolata da pianeti. Nota da tempo agli astronomi, la stella ha una massa confrontabile a quella del Sole (è più grande di poco più di un terzo) ed è la più debole di un sistema di tre stelle chiamato Gliese 667, nella costellazione dello Scorpione. Questo significa che ognuno dei tre pianeti della zona abitabile potrebbe avere tre soli. Uno di questi sarebbe vicino come il nostro lo è alla Terra, mentre gli altri due apparirebbero come stelle molto brillanti e visibili anche di giorno, mentre di notte farebbero la stessa luce della Luna piena. È in questo sistema stellare che in passato erano stati individuati due pianeti giganti, di cui uno nella zona abitabile. Adesso utilizzando lo strumento Harps e i dati dei telescopi Keck, dal Magellano e Vlt (Very Large Telescope) dell'Eso, i ricercatori hanno scoperto che attorno alla stella ruotano fino a sette pianeti.

Nebulosa Esquimal



La Nebulosa Esquimal NGC 2392, también llamada "huevo podrido", se encuentra en la constelación de Geminis, a unos 5000 años luz de la Tierra. La imagen se obtuvo el 10 de enero del 2000, después de la reparación efectuada por los astronautas en el telescopio espacial Hubble. En la foto, el nitrógeno se ve de color rojo, el hidrógeno verde, el oxígeno azul y el helio violeta.

La NGC 2392 es una nebulosa planetaria. En realidad, las nebulosas llamadas planetarias poco tienen que ver con los planetas. Hoy en día se denomina nebulosa planetaria a burbujas de gases expulsados por estrellas de tipo solar moribundas.

Esta nebulosa planetaria fue estudiada por vez primera por William Herschel en 1787. Según parece, durante la fase de gigante roja, la estrella central originó un anillo ecuatorial denso que se expande a unos 115.000 km/h. Más tarde, al hacer explosión la estrella central (hace 10.000 años), se produjo un viento estelar de alta velocidad (1,5 millones de km/h) que, al chocar con el anillo, dió lugar a las dos burbujas o lóbulos polares en rápida expansión que aquí se observan parcialmente superpuestos. La capucha de piel del esquimal es en realidad un conjunto de objetos con forma de cometa dispuestos radialmente. El diámetro de los lóbulos polares es aproximadamente de medio año luz.

Supernova 1987 A



La supernova es un evento poco común. En cada galaxia se suelen dar una explosión cada 200 años. En estas explosiones, la mayor parte de la masa de la estrella original se lanza a grandes velocidades. Durante algunos días, la supernova radía la misma energía que durante toda su vida, llegando a brillar más que el conjunto de estrellas que residen en su galaxia. Con el paso de los años, el remanente de la supernova se esparcirá, creando una nebulosa.

Las explosiones que señalan el final de una estrella masiva se denominan supernovas de tipo II. Existe otro caso, las de tipo I, que involucra la acción en un sistema de dos estrellas que se orbitan y cuya detonación es más brillante. Una de estas estrellas debe ser una enana blanca. Cuando el par está lo suficientemente cerca, la enana blanca comienza a robarle a su compañera. El problema es que cuando la enana blanca llega a tener 1,4 masas solares, muere de indigestión en un gran estallido.

Las supernovas que suceden en nuestra propia galaxia son todo un espectáculo, ya que llegan a ser visibles a simple vista con un brillo tal que pueden verse de día. Desgraciadamente, y como ya se ha comentado, es un fenómeno inusual. Entre las supernovas más famosas se encuentran la del año 1054 d.C, registrada por los chinos. Johannes Kepler, contemporáneo y colega de Galileo, registró una de estas supernovas cercanas en el año 1604 antes de la invención del telescopio. Desde entonces no hemos visto ninguna en la Vía Láctea, pero en 1987, una estrella apareció en los cielos australes siendo visible también a simple vista. Se trataba de la supernova SN 1987 A (A, por ser la primera del año) y estaba situada en la Pequeña Nube de Magallanes, una de las galaxias satélite de la Vía Láctea.

ECLISSI DI LUNA PIENA, CRESCE L'ATTESA PER LO SHOW DI STASERA



 Comincia il conto alla rovescia per l'eclissi di Luna di questa sera. Sarà una eclissi parziale, ma a rendere particolare l’evento è il fatto che accade in un notte luminosa di Luna piena e si vedrà il bordo lunare che si oscurerà appena entrerà nel cono d'ombra che la Terra proietta nello spazio. Visibile da tutta Europa, Italia compresa, l’eclissi sarà simile a quella parziale del 31 dicembre 2009, come superficie lunare oscurata. L'eclissi è parziale perché il disco della Luna non entra completamente, ma solo parzialmente, nell'ombra della Terra. La Luna entrerà nel cono di penombra della Terra già alle 20,03 ma in quel momentol’oscuramento del lembo lunare sarà impercettibile, si farà più marcato quando la Luna entrerà nel cono d'ombra della Terra alle 21,54, il culmine del fenomeno sarà alle 22,07, poi la Luna uscirà prima dal cono d’ombra (alle 22,21) e quindi dal cono di penombra a mezzanotte e undici minuti.
Molte sono le iniziative organizzate in tutta Italia per osservare lo spettacolo celeste.

La historia de la Tierra

Fuente de lava


La Tierra, al igual que el resto de todos los cuerpos del Sistema Solar, tuvo su origen en los restos de estrellas que explosionaron. El planeta azul ha tardado millones de años para evolucionar desde una esfera de gases hasta un planeta dotado de una corteza rocosa y sólida.
La Tierra empezó a condensarse a partir de gases y polvo de la nebulosa solar hace unos 4.500 millones de años. Los gases y el polvo fueron colisionando a causa de la fuerza de la gravedad, formando cuerpos cada vez más sólidos.
Las colisiones y la presión se originaron en el interior del planeta por la compresión debida a la acumulación de materia, lo cual generaba calor. En el interior de nuestro planeta, los elementos se separaron. Hace unos 4.000 millones de años, la temperatura de la Tierra ascendía a 2.000 ºC. El planeta era una mezcla de diferentes elementos: los mismos que hay ahora en la Tierra.
La temperatura alcanzó el punto de fusión del hierro, que se fundió hasta el centro del planeta en rotación, formando el núcleo. Este núcleo se divide en dos partes: el núcleo interno, formado por hierro sólido, y el núcleo externo, que contiene hierro y níquel en estado líquido. Al mismo tiempo, hace unos 3.500 millones de años, los elementos más ligeros, compuestos de silicio, cristales y metales ligeros, subieron a la superficie. Así se formaron el manto, constituido por elementos más pesados, y la corteza, dividida en capas de materiales más ligeros.

Cuando la corteza en solidificación se fracturaba, surgían lava, gases y vapor de agua ocluidos en el manto. Empezó a formarse una atmósfera primitiva. El vapor de agua se elevaba a cotas más altas, donde, al enfriarse, se condensaba y se precipitaba al suelo en forma de lluvia, que se evaporaba de nuevo apenas entraba en contacto con la superficie extremadamente caliente. Gradualmente, la corteza también empezó a enfriarse, permitiendo así que el agua fuese reabsorbida. Después de algunos millones de años, la corteza ya no pudo absorber más agua y se inició la formación de mares.

Materia oscura


Mencionamos ya la importancia que tiene para diseñar un modelo satisfactorio del universo, conocer el valor de la masa total de materia que existe en el espacio.
El valor de la expansión o de la contracción del universo depende de su contenido de materia. Si la masa resulta mayor que cierta cantidad, denominada densidad crítica, las fuerzas gravitatorias primero amortiguarán y luego detendrán eventualmente la expansión. El universo se comprimirá en sí mismo hasta alcanzar un estado compacto y reiniciará, tal vez, un nuevo ciclo de expansión. En cambio, si el universo tiene una masa menor que ese valor, se expandirá para siempre.



En la actualidad, la densidad de materia detectada, tanto la materia que brilla, como la que refleja la luz y la que absorbe la luz, es un 20% menor que la densidad que cerraría el universo. Sin embargo, los astrónomos sospechan que una cierta cantidad de materia podría estar oculta de diferentes maneras. Parte puede estar encerrada en agujeros negros o bien suceder, simplemente, que las estimaciones están afectadas por graves errores.
Otra idea es que la materia oscura no sería detectable por medio de la luz visible, pero sí en otras longitudes de onda (por ejemplo: infrarrojas)
Se sostiene también que la masa no detectada se halla en ciertos astros llamados enanas marrones. Son cuerpos que no llegan a ser estrellas (serían equivalentes a los planetas en el sentido que no tienen luz propia) ya que la cantidad de materia que las componen no es suficiente para elevar la temperatura de su núcleo y producir la fusión de hidrógeno en helio. Simplemente, esto hace que no sean visibles.
Se ha sugerido que las enanas marrones prodrían constituir halos invisbles rodeando a las galaxias. Esta idea ha sido introducida para tratar de explicar los movimientos de objetos ubicados en los alrededores de las galaxias, ya que ellos indican la presencia de masas, que serían cuerpos celestes imposibles de detectar con las técnicas actuales de observación.

Supercúmulos de galaxias


Hasta 1960 se suponía que la distribución de las galaxias en el espacio era aproximadamente uniforme, es decir, prácticamente al azar. La excepción eran las acumulaciones que aparecían en ciertas regiones, por la presencia de cúmulos de galaxias; hasta unos diez años atrás, algunos astrónomos también defendían la idea de que esos cúmulos se conectaban entre sí.
Sin embargo, hoy se ha analizado la distribución espacial de miles de galaxias gracias a modernas técnicas de mapeo y se encuentra que la distribución de galaxias en el espacio sigue esquemas muy distintos a los que se creía.
Además de los cúmulos de galaxias, parecen existir estructuras mayores a las que se las denominósupercúmulos de galaxias; el Grupo supercúmulos.
Un análisis más detallado de la distribución de las galaxias mostró que también existen regiones totalmente vacías de galaxias, mientras que otras, en cambio, presentan grandes acumulaciones.
De esa forma, ha sido encontrada una zona con una extraordinaria acumulación de galaxias, denominada la Gran Pared.
La Gran Pared es una extensa estructura de galaxias, extendida unos 500 millones de AL, con apenas 15 millones de AL de espesor; esta pared virtual separa zonas donde aparentemente no se observan galaxias.


Quizás más sorprendente es que los recientes datos observacionales indican que las galaxias se ubican sobre las superficies de enormes burbujas, dentro de las cuales habría un vacío completo (es decir, allí no habría galaxia alguna): La Gran Pared entonces puede interpretarse como una zona que delimita dos de esas gigantescas burbujas vecinas.
El análisis de otras regiones del espacio muestra estructuras similares; se debe aclarar, no obstante, que todas las zonas estudiadas corresponden a regiones relativamente cercanas a la Vía Láctea.



TERREMOTO NEL CILENTO DI MAGNITUDO 3.3 AVVERTITO STAMANI ALLE 7.16







Una scossa di terremoto è stata avvertita lievemente dalla popolazione alle 7.16 di sabato mattina nel Cilento.
L'istituto nazionale di vulcanologia ha registrato una magnitudo di 3.3 con epicentro a San Mauro del Cilento (profondità 315 km). Tra i centri vicini alla scossa Castellabate ed Agropoli. Non ci sono al momento notizie di danni a persone o cose.

TERREMOTO, SCOSSA A MANFREDONIA DI 2.8: ''L'EPICENTRO NEL GOLFO''



Una scossa di terremoto di magnitudo 2.8 si è verificata alle 16.15 nelle acque del golfo di Manfredonia, a 2.7 chilometri di profondità.

La scossa è stata registrata dai sismografi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Non si registrano danni a persone o cose.