martes, 25 de agosto de 2015

Las placas de la corteza terrestre


La superfície terrestre, la litosfera, está dividida en placas que se mueven a razón de unos 2 a 20 cm por año, impulsadas por corrientes de convección que tienen lugar bajo ella, en la astenosfera.
Hay siete grandes placas principales además de otras secundarias de menor tamaño. Algunas de las placas son exclusivamente oceánicas, como la de Nazca, en el fondo del océano Pacífico. Otras, la mayoría, incluyen corteza continental que sobresale del nivel del mar formando un continente.

Placas de la litosfera

La parte sólida  más externa del planeta es una capa de unos 100 km de espesor denominada litosfera que está formada por la corteza más la parte superior del manto. En las zonas oceánicas la corteza es más delgada, de 0 a 12 km y formada por rocas de tipo basáltico.
La corteza que forma los continentes es más gruesa, hasta de 40 o 50 km y compuesta por rocas cristalinas, similares al granito. La corteza continental es la capa más fría y más rígida de la Tierra, por lo que se deforma con dificultad.
La astenosfera, situada inmediatamente por debajo de la litosfera está formada por materiales en estado semifluido que se desplazan lentamente. Las diferencias de temperatura ente un interior cálido y una zona externa más fría producen corrientes de convección que mueven las placas.
Estas placas se forman en las dorsales oceánicas y se hunden en las zonas de subducción. En estos dos bordes, y en las zonas de roce entre placas (fallas), se producen grandes tensiones y salida de magma que originan teremotos y volcanes.
Los continentes, al estar incrustados en placas móviles, no tienen una posición y forma fijas, sino que se están desplazando sobre la placa a la que pertenecen.
La parte oceánica puede introducirse por debajo de otra placa hasta desaparecer en el manto. Pero la porción continental de una placa no puede, porque es demasiado rígida y gruesa. Cuando dos continentes, arrastrados por sus placas, colisionan entre sí, acaban fusionándose el uno con el otro, mientras se levanta una gran cordillera de montañas  en la zona de choque.

Pangea y las movimientos de placas

En la historia de la Tierra hubo épocas en que la mayor parte de los continentes estaban reunidos, después de chocar unos con otros, formando el gran supercontinente Pangea. La última vez que sucedió esto fue a finales del Paleozoico y principios del Mesozoico.
Durante el Mesozoico, Pangea fue disgregándose. Primero se dividió en dos grandes masas continentales: Laurasia al norte y Gondwana al sur, separadas por un océano ecuatorial llamado Tethys. Durante el Mesozoico, hace unos 135 millones de años, empezó a formarse el océano Atlántico al ir separándose AMÉRICA de Europa y Africa.
Los desplazamientos de los continentes y los cambios climáticos y de nivel del mar que han provocado, han tenido una gran influencia en la evolución que han seguido los seres vivos en nuestro planeta. En lugares que han permanecido aislados del resto de las tierras firmes mucho tiempo, como Australia o Madagascar, rodeadas por mar desde hace más de 65 millones de años, han evolucionado formas de vida muy especiales. Otro ejemplo es la diferencia de flora y fauna entre América del Norte y América del Sur, aislados durante decenas de millones de años y uniedos hace sólo unos 3 millones de años.

miércoles, 19 de agosto de 2015

Planeta Venus


Venus es el segundo planeta del Sistema Solar en orden de distancia desde el Sol. Recibe su nombre en honor a Venus, la diosa romana del amor. Se trata de un planeta de tipo terrestre o telúrico, llamado con frecuencia el planeta hermano de la Tierra, ya que ambos son similares en cuanto a tamaño, masa y composición.
Al encontrarse Venus más cercano al Sol que la Tierra, siempre se puede encontrar, aproximadamente, en la misma dirección del Sol, por lo que desde la Tierra se puede ver sólo unas cuantas horas antes de amanecer o después de anochecer.
A pesar de ello, cuando Venus es más brillante puede ser visto durante el día, siendo uno de los tres únicos cuerpos celestes que pueden ser vistos tanto de día como de noche (los otros son la Luna y el Sol). Venus es normalmente conocido como la estrella de la mañana (Lucero del Alba) o la estrella de la tarde (Lucero Vespertino).
Venus gira léntamente alrededor de su eje, tardando más en completar su rotación que en dar la vuelta alrededor del Sol.
Venús es el planeta más brillante del Sistema Solar, visto desde la Tierra.

martes, 18 de agosto de 2015

SUPERVULCANO, SCOPERTO UN LAGO DI MAGMA TRA POZZUOLI E NAPOLI: "HA UN DIAMETRO DI 3 KM"



Sistemi sempre più perfetti per misurare la febbre del bradisismo flegreo. L’altalena perenne della terra ballerina al centro degli ultimi sondaggi della comunità scientifica internazionale. 

Un vero e proprio laghetto di magma si sarebbe formato in una profondità di tre chilometri nell’area epicentrale della Solfatara, senza peraltro provocare conseguenze allarmanti nell'attività fisiologica del fenomeno, ormai studiato dai vulcanologi di tutto il mondo.
 
Almeno trenta centimetri di sollevamento negli ultimi dieci anni, ma nessun segnale precursore di un possibile risveglio o di una crisi sismica. Per monitorare costantemente non soltanto il territorio flegreo, ma l'intera area vulcanica napoletana, negli ultimi tempi Cnr e Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, d'intesa con i ricercatori dell'Osservatorio Vesuviano, hanno predisposto una rete sofisticata per tenere sotto controllo l'evoluzione del magma e percepire il minimo elemento di trasformazione dell'attività sismica. Attraverso un sistema capillare di satelliti e impianti Gps sarà possibile controllare da un capo all'altro il territorio a rischio. Facile prevedere l'importanza delle nuove tecniche per la prevenzione e la sicurezza di un bacino demografico ormai vastissimo (la nuova zona rossa dei Campi Flegrei comprende 750mila persone, penetrando sino al centro di Napoli). Lo studio consentirà di calcolare le modalità di risalita del magma nell'area epicentrale, rilevando deformazioni anche millimetriche della superficie terrestre.
 
Un meccanismo probabilmente comune ad altre caldere, quali Yellowstone negli Usa e Rabaul in Papua Nuova Guinea. La ricerca, pubblicata su Scientific Reports, fornisce nuovi sistemi di monitoraggio utili ad affrontare eventuali future crisi vulcaniche. I dati acquisiti dai satelliti e dai ricevitori Gps della rete di sensori presenti nell’area dei Campi Flegrei serviranno per monitorare le deformazioni della superficie terrestre e conoscere, in tempo reale, l’andamento del sollevamento del suolo all'interno della caldera. In campo i ricercatori dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irea) e dell’Osservatorio vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv-Ov). Secondo gli autori dello studio il magma del laghetto sotterraneo potrebbe raffreddarsi rapidamente, diminuendo le possibilità di un'eruzione.
 
A provocare l'altalena del suolo flegreo attraverso i millenni, d'altra parte, le ricerche degli studiosi hanno sempre indicato come causa l'immissione di fluidi idrotermali (acqua e gas) nelle rocce della caldera e non l'attività del magma. Negli ultimi 10 anni, come accennato, il suolo si è sollevato di quasi 30 centimetri, tanto che nel 2012, il Dipartimento della Protezione Civile ha innalzato dal verde (quiescenza) al giallo (attenzione) il livello di allerta per la sicurezza degli abitanti nei Campi Flegrei. Sul più recente episodio, tra il 2012 ed il 2013, il fenomeno sarebbe invece da attribuire alla risalita di magma a bassa profondità (circa 3 km) che si inietta nelle rocce del sottosuolo formando uno strato sottile, noto come sill ( cioè un corpo magmatico con sviluppo prevalentemente orizzontale).
 
Questo sill, misurato in un raggio di 2-3 km, forse era già presente nel sottosuolo durante le crisi bradisismiche degli scorsi decenni. Dopo una lunga fase di depressione successiva alla nascita di Monte Nuovo (Settembre 1538), come si sa, la terra ballerina flegrea riprese a sollevarsi, provocando l'emergenza del marzo '70 con lo sgombero del Rione Terra. Nei primi anni '80 la grande paura, un sollevamento di ben 180 centimetri e l'esodo di quarantamila puteolani dalle case del centro antico.

jueves, 13 de agosto de 2015

NASA: SCOPERTO IL PIANETA GEMELLO DELLA TERRA. SI CHIAMA KEPLER 452B: "POTREBBE ESSERCI VITA"



Una stella intorno alla quale orbita, come il nostro Sole. Un anno di 385 giorni. La medesima alternanza giorno/notte. Forza di gravità, temperatura, clima e terreno favorevoli alla presenza di acqua. Il pianeta gemello della Terra si chiama Kepler 452b: così lo ha battezzato la Nasa, che ieri ne ha annunciato la sua storica scoperta.  Primo indizio della soluzione all’eterna domanda dell’uomo: Siamo soli nell’universo. Se la risposta è ancora lontana, il pianeta gemello è, invece, abbastanza “vicino” da poter essere studiato. E, soprattutto, tanto simile da consentire di sperare, almeno a giudicare dalla sincera emozione con cui i dirigenti della Nasa hanno dato la notizia. Le uniche differenze tra i due pianeti sono nei numeri: è più grande per dimensioni - una volta e mezzo la Terra - e anche per età, con i suoi sei miliardi di anni. Una distanza questa che potrebbe rivelarsi molto interessante per la nostra ricerca, consentendoci di osservare addirittura il futuro del pianeta, almeno per clima e condizioni. «Siamo alla vigilia di poter osservare un pianeta simile alla Terra» ha annunciato Jon Grunsfeld, direttore delle missioni scientifiche della Nasa. Ora occorrerà procedere alle analisi dell’atmosfera e di ogni ulteriore dato, nel tentativo di acquisire il maggior numero possibile di informazioni utili.

lunes, 10 de agosto de 2015

Stelle cadenti: mai un cielo come quest’anno

Tutti col naso all’insù per San Lorenzo, la notte delle stelle cadenti. Godere di una vista pulita, di un cielo tanto buio da rivelare anche il più timido dei tuffi delle stelle, inquadrando uno spettacolo al quale ormai non si è più abituati, non è purtroppo cosa da tutti i giorni, in un mondo sempre più aggredito anche dall’inquinamento luminoso. Ma in Italia ci sono fortunatamente ancora dei luoghi dove tutto ciò è possibile. E la notte del 10 agosto è il momento magico dell’anno per farlo. Le Perseidi, sciame di meteoriti, incontra l’atmosfera terrestre, come ogni agosto, con effetti di bellezza irripetibile.
In generale, per vedere le stelle cadenti bisogna individuare un luogo in cui l’aria sia più tersa possibile; meglio fuori città, o nei punti più alti delle stesse. Quest’anno è particolarmente favorevole all’osservazione poiché la luna nuova spunta il 14 agosto e nelle notti precedenti quindi le condizioni saranno ottimali. Ed ecco alcuno consigli per chi non vuole assolutamente rinunciare a questo magnifico spettacolo.
A Cavallo delle meteore - Al Planetario di Padova sara’ possibile vivere la magia delle stelle cadenti nella notte del 10 agosto, e in replica sabato e domenica: per il pubblico la possibilita’ di ‘salire’ a cavallo di una meteora per cadere con lei sulla Terra a 200mila chilometri all’ora.


Meteore e ottima cucina - All’Osservatorio astronomico di Campo Catino, vicino a Frosinone, sara’ invece possibile trascorrere la notte di San Lorenzo tra meteore, cibo e buona musica grazie al concerto sotto le stelle del Sad’s Brasset Quintet.
Feste tra le stelle a Cervia - Fascino, magia e mistero fanno da filo conduttore alla Festa di San Lorenzo che si tiene a Cervia, (Ra) che trova le sue origini nella tradizione popolare. La pioggia di Perseidi, che possiamo osservare in questo periodo, viene collegata a San Lorenzo e si identifica nella "pioggia" di lacrime che versò durante il terribile martirio. 

Notte sotto le stelle in Salento 2015 (Puglia) - Da sempre il castello Corigliano d'Otranto è una delle location ideali per ammirare le stelle nella notte di San Lorenzo. A seguire, verrà organizzata una cena. Per maggiori info, vi invitiamo a dare un'occhiata al sito ufficiale: castellodicorigliano.it.

Per i più scientifici  - Il Planetario di Torino, di Pino Torinese, con il suo “Parco Astronomico”, è il posto perfetto per gli appassionati del telescopio e gli appassionati astronomia. Per l’occasione, il Parco Astronomico ha organizzato due speciali serate, previste per l’11 e per il 12 di agosto, in cui sarà possibile esplorare il cielo stellato attraverso un viaggio virtuale nel Planetario digitale e visitare una cupola dell’Osservatorio, osservando eccezionalmente dal telescopio le “Perseidi”, nome scientifico delle stelle cadenti d’estate.

Ed ecco l’Astrovillaggio - La Val D’Ega  nel cuore delle Dolomiti – per il firmamento e le sue declinazioni pare avere una vera e propria vocazione. L’area turistica vanta il primoAstrovillaggio d’Europa, l’unico Osservatorio Astronomico dell’Alto Adige e un Planetario – a San Valentino in Campo – dove è possibile andare alla scoperta del cosmo grazie a strumenti ottici 3D e a un ottimo sistema acustico. Il luogo ideale, insomma, in cui trascorrere non solo la notte di San Lorenzo, ma qualche giorno lontano dalle luci artificiali. Anche perché gli alberghi, da queste parti, riservano sempre qualche offerta speciale a tema astronomico. 

Un Pic-Nic “En plein air chic” americano - Doppia vista sulle stelle nel cielo e su quelle che si specchiano nel lago la proposta che il Lido Palace di Riva del Garda (in provincia di Trento) riserva ai nostalgici di un’esperienza retrò, in una cornice che ha ospitato, nel corso di un secolo di vita, illustri avventori e teste coronate.

La magia di un castello - Niente è più adatto del Castello di Petroia, a pochi chilometri da Gubbio (in provincia di Perugia), (www.petroia.it), per osservare lo stesso cielo medievale degli originari abitanti del maniero, attorno al quale tutto è silenzio e buio assoluto. Non solo il 10 agosto ma ogni venerdì di agosto, le “Grigliate Astronomiche”, organizzate in collaborazione con Astronomitaly, offrono la possibilità di esplorare i fenomeni celesti da un luogo che non conosce inquinamento luminoso, combinando l’esperienza stellare con quella enogastronomica. 

Brindare sotto le stelle - Il clou di Calici di Stelle, evento diffuso dedicato alle  degustazioni di vino e agli incontri in luoghi aperti, nelle piazze e nei borghi, nei centri storici o nelle aziende vitivinicole di tutt’Italia. L’evento estivo più atteso dagli enoturisti e amanti del vino, organizzato da Movimento Turismo Vino in collaborazione con le Città del Vino, quest’anno sarà dedicato alla musica. In molte location non mancherà l’osservazione guidata delle stelle attraverso i telescopi dell’Unione Astrofili Italiana

miércoles, 5 de agosto de 2015

Spazio, c'è una Terra più vicina: la Stele di Rosetta

Dopo il recente annuncio della scoperta del lontanissimo gemello della Terra,Kepler, la Nasa presenta un altro pianeta simile al nostro, più vicino e completamente roccioso, "una miniera di dati scientifici", assicurano gli astronomi. E' HD 219134b, ribattezzato, la Stele di Rosetta, perché il suo studio permetterà la lettura delle altre super-Terre.
Grazie al telescopio Spitzer della Nasa, il nuovo gemello della Terra avvistato, è il pianeta roccioso più vicino al nostro sistema solare, a soli 21 anni luce di distanza da noi, ma è troppo poco distante dalla sua stella per poter ospitare vita.

In ogni caso ha una importanza da non sottovalutare: gli studi su HD 219134b permetteranno di conoscere da vicino tutti gli altri pianeti gemelli della Terra, Kepler compreso. Da qui il nome di "Stele di Rosetta", come l'antica lastra che ha permesso di tradurre i geroglifici egizi.


Lo scienziato che cura gli studi, Michael Gillon, è ottimista: "Grazie alla missione Kepler della Nasa, sappiamo che le super-Terre sono onnipresenti nella nostra galassia, ma sappiano ancora troppo poco di loro. HD 219134b rappresenta un campione locale per studiare in modo più approfondito tutte le altre". Michael Werner, il collega del progetto della Nasa, ha aggiunto: "I pianeti extrasolari in transito valgono tanto oro quanto pesano. Questo esopianeta sarà uno dei più studiati per i decenni a venire".