lunes, 11 de agosto de 2014

C'È LA SUPER LUNA, A RISCHIO STELLE CADENTI SAN LORENZO. IL 18 VENERE E GIOVE SI SFIORANO




Desideri salvi nonostante la super Luna. 
Domenica 10 agosto la Luna raggiungerà il massimo annuale della luminosità, tanto da 'cancellare' la vista di molte delle stelle cadenti di San Lorenzo, alla vista delle quali si esprime tradizionalmente un desiderio, ma lo spettacolo sarà comunque assicurato nei giorni successivi con sciami di meteore fino a fine mese. A confortare gli amanti del cielo notturno ci saranno poi Venere e Giove che si 'sfioreranno' all'alba del 18, diventando tanto luminosi che l'ultima volta le loro luci furono scambiate per Ufo.
 
L'esperto «La Luna particolarmente luminosa prevista per il 10 - spiega Paolo Volpini dell'Unione Astrofili Italiana (Uai) - darà certamente fastidio, ma lo spettacolo delle stelle cadenti sarà comunque assicurato». A tentare di rovinare la 'notte dei desideri' sarà un evento non propriamente raro che si verifica quando si ha la coincidenza della Luna piena con il momento del perigeo (cioè alla distanza minima dalla Terra). In queste occasioni il nostro satellite appare del 14% più grande e del 30% più luminoso, da qui il nome di 'Super Luna'. La sua luce renderà quindi più difficile vedere le stelle cadenti ma non impossibile. In ogni caso il picco delle meteore di San Lorenzo, le cosiddette Perseidi, è previsto per il 12 agosto quando la Luna avrà iniziato la fase calante e resteranno visibili ancora per diversi giorni. «Purtroppo la luce della Luna - ha spiegato Volpini - rimarrà fastidiosa anche dopo il suo tramonto, l'importante per vedere le Perseidi sarà andare lontano dalle luci della città».
 
Le Kappa Cignidi In ogni caso, pochi giorni dopo entreranno in scena altre meteore, meno famose ma altrettanto spettacolari: le Kappa Cignidi. Per l'occasione delle tradizionali 'lacrime' di San Lorenzo, la Uai organizza inoltre in tutta Italia l'iniziativa 'Notti delle stelle - Calici di stelle 2014', un'occasione per abbinare la cultura enogastronomica al piacere della scoperta del cielo in compagnia di esperti e con il supporto di telescopi.
 
Lo sfioramento tra Venere e Giove L'evento clou del cielo di agosto sarà però la congiunzione dei due oggetti più luminosi del cielo: Venere e Giove, il cui massimo avvicinamento è previsto poco prima dell'alba del 18 agosto. Il loro incontro, dato dall'allineamento tra Terra e i due pianeti, si preannuncia super spettacolare. «L'ultima volta le loro luci furono scambiate per Ufo», ha spiegato Volpini. Infine, per i nottambuli sarà possibile osservare, ma con l'uso di un piccolo binocolo, una piccola cometa, la C/2014 E2 Jacques, scoperta a inizio anno da un astronomo brasiliano e visibile nelle ultime ore della notte.

domingo, 27 de julio de 2014

LA VIA LATTEA ILLUMINA I CIELI DELL'INGHILTERRA. ECCO LO SPETTACOLO CHE LASCIA SENZA FIATO

Le immagini spettacolari della Via Lattea sui cieli dell'Inghilterra. Dall' Isola di Wight, Ciad Powell ha immortalato uno degli spettacoli più belli in natura. 
Il cielo, tinto di diversi colori, mostra nitidamente le stelle della Via Lattea, come fossero correnti marine.
In quella zona del Regno Unito il fenomeno si ripete in modo abbastanza frequente e i fotografi di tutto il mondo approfittano per immortalarlo. La luminosità delle stelle è tale da far giorno nella notte.




lunes, 7 de julio de 2014


Terremoto in Irpinia. Alle 19.44 una scossa di magnitudo 3.2 è stata registrata è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Irpinia. 
Il terremoto è stato sentito dalla popolazione tra Salerno e Potenza.

domingo, 29 de junio de 2014

FORTE SCOSSA DI TERREMOTO AVVERTITA TRA CAMPANIA, CALABRIA E BASILICATA



SALERNO - Una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 è stata registrata alle 6:26 tra Calabria, Basilicata e Campania. Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico Costa calabra occidentale. 
Successivamente si sono registrate altre scosse di magnitudo 2.8 e 3.3. Le scosse sono stata avvertite dalla popolazione. Questi i comuni nei 10 km: ISPANI (SA)
SAN GIOVANNI A PIRO (SA)
SANTA MARINA (SA)
SAPRI (SA)
TORRACA (SA)
VIBONATI (SA)
MARATEA (PZ)
PRAIA A MARE (CS)

miércoles, 4 de junio de 2014

FOTOGRAFATO LO SCONTRO TRA QUATTRO GALASSIE: È IN CORSO DA 5 MILIARDI DI ANNI



Una maxi collissione tra quattro galassie è stata fotografata Lo scontro, il primo di questo tipo ad essere osservato, è in corso a oltre cinque miliardi di anni luce dalla Terra. L'immagine è stata catturata grazie alla collaborazione fra l'osservatorio americanoVery Large Array (Vla) e i telescopi spaziali Chandra e Hubble della Nasa e presentata al convegno della Società Astronomica Americana. La spettacolare foto è stata realizzata sovrapponendo una serie di immagini a varie lunghezza d'onda, dal quelle radio fino ai raggi X, osservate dai diversi strumenti. 
COLLISIONE Le regioni in blu indicano la presenza di deboli gas caldi che pervade l'area presente tra i vari ammassi di galassie. La vasta regione in rosso rivela invece l'emissione onde radio dovute probabilmente alle particelle accelerate dalle collisioni e che interagiscono con gli intensi campi magnetici. «La complessa forma di questa regione è unica - ha spiegato Reinout van Weeren, uno dei responsabili della scoperta - non abbiamo mai visto niente di simile prima d'ora. La forma è probabilmente dovuta alle collisioni multiple in corso».

sábado, 3 de mayo de 2014

LA TERRA VISTA DALLO SPAZIO: LO SPETTACOLO NELLA DIRETTA STREAMING DELA NASA



Adesso si può ammirare la Terra da una finestra posta nellospazio, che mostra in diretta e in HD il nostro pianeta. Dal 30 aprile la Nasa ha attivato l'High Definition Earth Viewing (HDEV), un sistema composto da quattro telecamere sistemate all'interno del modulo Esa Columbus della Stazione spaziale internazionale, che trasmette alla Terra le immagini filmate.

Eccetto alcuni periodi in cui il segnale si oscura e non è possibile vedere nulla, le immagini spettacolari arrivano praticamente in diretta. Le quattro videocamere permettono di vedere la Terra da svariati punti di vista, come se si possedesse un terrazzo a 400 chilometri d'altezza.

lunes, 14 de abril de 2014

DOMANI CI SARÀ L'ECLISSI TOTALE DI LUNA: ECCO COME VEDERE L'EVENTO IN DIRETTA



Domani, martedi 15 aprile, ci sarà l'eclissi totale di Luna, in piena mattinata italiana. Essa è la prima eclissi dell'anno: in tutto ne avremo quattro, due di Luna, due di Sole. Il nostro Paese, assieme a quasi tutta l'Europa e a una larga fetta del globo, verso oriente, non vedrà nulla del fenomeno, che sarà perfettamente visibile invece dalle Americhe. Il momento massimo, quello della totalità, verrà raggiunto alle ore09:47 italiane. La totalità durerà poco meno di un'ora e venti minuti.
Nella totalità, la Luna si tingerà di rosso, per via della luce diffusa dall'atmosfera della Terra, che in quel momento negerà alla Luna la vista del Sole.
Nella stessa area di cielo ove apparirà la Luna eclissata si osserverà brillante il pianeta Marte, di vivido colore rosso, e vicina alla Luna la stella Spica, azzurra, per un bellissimo contrasto cromatico. Al fine di consentire a tutti l'osservazione del fenomeno, il VirtualTelescope Project coordinerà un team internazionale che, collocato in diversi Paesi nella regione favorita, consentirà la copertura in tempo reale del fenomeno: il tutto in diretta a partire delle ore 08:30 su http://www.virtualtelescope.eu/webtv . Quest'anno nessuna eclissi sarà visibile dal nostro Paese, dunque questa costituisce una preziosa occasione.

lunes, 31 de marzo de 2014

Sisma tra Perugia e Urbino



Una scossa di terremoto di magnitudo 3.1 è stata registrata alle 6:03 nel distretto sismico del Metauro, tra le province di Perugia e Pesare-Urbino. Secondo l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 8,3 km di profondità e i comuni più vicini all'epicentro sono stati quelli di Apecchio e Pietralunga. Una seconda scossa di magnitudo 2.2 è stata registrata pochi minuti dopo, alle 6:11. Non segnalati danni.

SCOPERTO UN NUOVO PIANETA CHE ALLAGA I CONFINI DEL SISTEMA SOLARE



I confini del Sistema solare vanno ridisegnati: due astronomi americani hanno scoperto un nuovo pianeta, nano, che è stato battezzato "2012 VP113". Il piccolo corpo celeste viaggia su un'orbita il cui punto più vicino alla nostra stella è circa 80 volte l'Unità Astronomica (Ua), ossia la distanza tra la Terra e il Sole. Il nuovo pianeta è stato individuato da Chadwick Trujillo e Scott Sheppard e alla sua scoperta è stato dedicato un articolo da Nature. Già una decina di anni fa era stato individuato, al di fuori del Sistema solare, un altro piccolo pianeta battezzato Sedna, ma la sua orbita si trova a "solo" 76 Ua. Secondo i due ricercatori, 2012 VP113 ha origine dalla nube di Oort, un luogo da dove provengono le comete che sfrecciano all'interno del Sistema solare. Un analogo posto, sempre al di fuori del Sistema solare, è la fascia di Kuiper, da cui provengono gli asteroidi e da dove i ricercatori credono provenga Sedna. «La ricerca di questi oggetti lontani deve continuare, in quanto essi potrebbero dirci molto su come il nostro Sistema solare si è formato ed evoluto» dice Sheppard. Dalla quantità di cielo osservato, Sheppard e Trujillo hanno determinato che possono esistere circa 900 oggetti con orbite come Sedna e 2012 VP113, con dimensioni superiori a 1.000 chilometri, e che la popolazione totale della nube di Oort è probabilmente più grande di quella della Fascia di Kuiper. «Alcuni di questi oggetti interni alla nube di Oort potrebbe avere le dimensioni di Marte o anche della Terra. Questo perché molti di questi corpi sono così lontani che anche quelli molto grandi sono troppo deboli per essere visti con le attuali tecnologie» conclude Sheppard. Sia Sedna che 2012 VP113 sono stati individuati mentre erano nel loro punto di massimo avvicinamento al Sole. Entrambi hanno orbite che escono per centinaia di Ua, tanto che se si fossero trovati più distanti sarebbero stati troppo deboli, per essere scoperti.
 

lunes, 24 de marzo de 2014

LA ''VOCE'' DEL BIG BANG REGISTRATA AL POLO SUD



Scoperti i primi 'tremori' del Big Bang, ossia gli effetti prodotti dalla grande esplosione che ha dato origine all'universo e al processo di espansione attivo ancora oggi. L'annuncio, basato sui dati dell'esperimento Bicep 2, è stato dato dall'università di Harvard. La conferma è una delle più attese della fisica contemporanea, ossia che c'è stata effettivamente un'epoca in cui, istanti dopo il Big Bang, l'universo ha cominciato a espandersi nella cosiddetta «fase di inflazione». I dati confermano anche in modo indiretto l'esistenza delle onde gravitazionali, le perturbazioni previste dalla teoria della come onde che si propagano in uno stagno, da fenomeni violenti come il Big Bang o l'esplosione delle supernovae. SEGNALE CAPTATO AL POLO SUD: "PIÙ FORTE DEL PREVISTO" È «molto più forte del previsto» il segnale che per la prima volta ha permesso di intercettare l'impronta del Big Bang. «È una conferma importante», ha detto il vicepresidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Antonio Masiero, commentando i dati dell'esperimento americano Bicep 2 (Background Imaging of Cosmic Extragalactic Polarization), condotto in Antartide, vicino alla base americana Amundsen-Scott.
 

miércoles, 12 de febrero de 2014

LA STELLA PIÙ ANTICA MAI SCOPERTA: ''HA 13,6 MILIARDI DI ANNI''



È la stella più antica dell'universo mai scoperta. È nata13,6 miliardi di anni fa, quando l'universo era ancora giovanissimo e conserva ancora le 'impronte digitali' delle primissime stelle nate dopo il Big Bang. La scoperta, dell'Università Nazionale Australiana, è anticipata sul sito ArXive ed è in via di pubblicazione sulla rivistaNature. La ricerca, che per la prima volta permette di studiare la composizione chimica delle stelle più antiche, è del gruppo coordinato da da Stefan Keller e del quale fa parte il fisico Brian Schmidt, premio Nobel 2011 per la scoperta riguardante l'accelerazione dell'universo. La stella scoperta dagli astrofisici australiani è nata 100 milioni di anni dopo il Big Bang ed è distante dalla Terra 6.000 anni luce. LA SCOPERTA È stata individuata con il telescopio ottico Sky Mapper a Siding Spring presso Coonabarabran, nell'entroterra di Sydney. «È molto difficile scoprire stelle così antiche», osserva Raffaelle Schneider, dell'Osservatorio di Roma dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), coordinatrice del progetto europeo First, il cui obiettivo è studiare stelle e galassie primitive. «È unastella poverissima di ferro», ha osservato, come le altre quattro stelle più antiche finora note. Il ferro che contiene è 30 volte inferiore alla milionesima parte di quello contenuto nel Sole. Il carbonio è invece molto più abbondante. «Questa composizione - spiega la ricercatrice - fornisce un'indicazione importante sulle stelle della generazione precedente», la prima comparsa dopo il Big Bang. «Le prime stelle erano molto massicce, centinaia di volte più grandi del Sole, e vivevano pochi milioni di anni: nascevano e morivano come un fuochi artificiali», prosegue Schneider. Morivano esplodendo come supernovae, rilasciando nello spazio i loro elementi. Parte di questa materia veniva risucchiata nei buchi neri che si formavano in seguito all'esplosione, e parte sopravviveva nelle stelle delle nuove generazioni, come quella appena osservata dai ricercatori australiani. All'inizio sembrava una stellaordinaria, ma l'analisi della sua luce ne ha rivelato l'eccezionale composizione chimica. Con sorpresa dei ricercatori, la stella non aveva livelli rilevabili di ferro, e questo ne ha rivelato l'età. La scoperta è stata poi confermata usando il telescopio Magellano in Cile, le cui osservazioni indicano che la stella è composta solo di idrogeno, elio, carbonio, magnesio e calcio. Questo indicherebbe che la stella si è formata dai detriti di una singola supernova e che ne conserva anche le «impronte digitali».
 

ECCO LA STELLA PIÙ VECCHIA DELL'UNIVERSO: SI È FORMATA 13,6 MILIARDI DI ANNI FA



Scoperta incredibile da parte di un'equipe di ricercatori guidata da astronomi australiani: è stata individuata la più vecchia stella conosciuta nell'universo, formatasi 13,6 miliardi di anni fa. Una scoperta che ha permesso per la prima volta agli scienziati di studiare la composizione chimica delle primissime stelle, e che induce a ripensamenti sull'evoluzione dell'universo. L'equipe di studiosi, diretta da Stefan Keller dell'Università Nazionale Australiana e comprendente il fisico Brian Schmidt, premio Nobel 2011 per la scoperta riguardante l'accelerazione dell'universo, ha usato il telescopio ottico Sky Mapper a Siding Spring presso Coonabarabran, nell'entroterra di Sydney, per individuare la stella a 6000 anni luce di distanza. Il lavoro, pubblicato sulla rivista Nature, offre conoscenze sulla formazione degli elementi pesanti la cui concrezione ha poi formato i pianeti rocciosi, almeno uno dei quali, il nostro, ha dato origine alla vita. L'ORIGINE La stella fa parte della seconda generazione formatasi 100 milioni di anni dopo il Big Bang, che segnò la nascita del cosmo 13,7 miliardi di anni fa. In termini astronomici è vicina alla nostra galassia, la Via Lattea, ed è una fra i 60 milioni di stelle fotografate dall'enorme fotocamera digitale dello Sky Mapper. Sembrava una stella ordinaria, ma l'analisi della sua luce ne ha rivelato l'eccezionale composizione chimica. Con sorpresa degli scienziati, non aveva livelli percepibili di ferro, e questo ne ha rivelato l'età, scrive Keller. «I livelli di ferro nell'universo continuano a salire. Se troviamo una stella che ha una quantità minima di ferro, vuol dire che è molto vecchia». La scoperta è stata poi confermata usando il telescopio Magellano in Cile, le cui osservazioni indicano che la stella è composta solo di idrogeno, elio, carbonio, magnesio e calcio, mentre la maggior parte delle stelle contiene anche tutti gli altri elementi. Questo indicherebbe che si è formata dai detriti di una singola supernova, in cui la stella di prima generazione era esplosa. Il corpo celeste appena scoperto offre agli scienziati la prima 'impronta digitalè di una stella di prima generazione, dichiara Keller. Le primissime stelle si formarono infatti dalla condensazione di idrogeno, elio e litio, i soli elementi presenti subito dopo il Big Bang.
 

miércoles, 29 de enero de 2014

L'ESPLOSIONE DI UNA SUPERNOVA RIPRESA ANCHE DAGLI ASTROFILI POLESANI



 È rimbombata in tutto il mondo astronomico la notizia dell'esplosione di una supernova sulla Galassia Sigaro, per gli esperti M82, attiva nella costellazione dell'Orsa maggiore, a 12 milioni di anni luce dalla Terra. La scoperta è stata fatta per puro caso il 21 gennaio scorso da un gruppo di studenti britannici. 
Anche l'osservatorio astronomico di Rovigo, guidato dal Gruppo Astrofili polesani, si è messo all'opera per riprendere l'evento. «Il lavoro è stato effettuato sabato 25 gennaio a causa delle condizioni meteo avverse, che hanno impedito di svolgere le riprese prima - spiegano gli operatori Gianpaolo Guarese e Luca Boaretto, responsabili dell'osservatorio - il risultato è stato emozionante, soprattutto nel momento in cui abbiamo confrontato sullo schermo le ultime riprese con quelle d'archivio dello scorso autunno, della stessa galassia».

domingo, 26 de enero de 2014

TERREMOTI IN SERIE A CEFALONIA. ''SCOSSA DI 5.5 ALLE 19.45''



Una fortissima scossa di magnitudo 6.0 è stata registrata alle 14.55 sulla costa orientale greca, nel mar Ionio. Il terremoto è stato registrata dall'Istituto geologico americano Usgs a Lixourion, nell'isola di Cefalonia, nord-ovest della Grecia, nel mar Ionio. L'isola è stata sconvolta da forti scosse per tutta la giornata. Alle 19.45 nuovo forte movimento tellurico di 5.5. 
Entrambi i terremoti sono stati chiaramente avvertiti in Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia. Gli epicentri nel Mar Jonio, al largo delle coste greche. Per ora non si hanno notizie di danni a persone o cose. PAURA IN PUGLIA. La scossa del pomeriggio è stata avvertita chiaramente a Taranto e nel Salento dove i piani alti delle case hanno tremato. Numerosissime telefonate sono pervenute dalle 15 in poi al centralino dei vigili del fuoco di Brindisi da gente allarmata. Chiamate al centralino dei pompieri sono pervenute non solo da tutta la provincia di Brindisi, ma anche dal sud Barese per avere informazioni e per il timore che si registrassero altre scosse. Il sisma, secondo quanto si evince dai social network sui quali è iniziata presto la condivisione di notizie, è stato avvertito anche nel resto del Salento e in provincia di Taranto. TUTTO IL SUD COINVOLTO. L'onda sismica registrata nell'isola di Cefalonia (Grecia) alle 14.55 ha raggiunto anche buona parte del Sud Italia dove la scossa è stata percepita in maniera lieve: segnalazioni sono giunte all'Osservatorio Vesuviano da Matera, dal Casertano e dal Napoletano. Il sisma è stato avvertito in maniera sensibile anche nella Calabria jonica, in alcune zone della Puglia e in tutta l'area Med. Diverse le segnalazioni anche a Napoli città, soprattutto da parte di chi abita in collina e ai piani alti. Allo stato non si hanno notizie di danni. NOTA ZONA SISMICA È una zona nota per la sua sismicità, quella colpita oggi dal terremoto di magnitudo 6,3. L'epicentro è stato localizzato nell'isola di Cefalonia, in una zona molto particolare. «È una zona molto vicina alla placca dell'Egeo, che è una microplacca che si insinua fra la placca Africana e quella Eurasiatica», spiega il direttore del Centro Nazionale Terremoti dell'Ingv, Alberto Michelini. La microplacca Egea si trova nel punto in cui le due grandi placche continentali si muovono orizzontalmente l'una rispetto all'altra. Questo stesso tipo di movimento, rileva Michelini, caratterizza la faglia all'origine del terremoto di oggi. DANNI A CEFALONIA Non ci sarebbero vittime a seguito del forte terremoto che questo pomeriggio ha colpito l'isola greca di Cefalonia, nel mare Ionio, ma la scossa iniziale e la scia sismica che si è succeduta hanno provocato gravi danni alle rete stradale e agli edifici più vecchi. Lo riferiscono media locali. Il movimento tellurico ha causato numerose frane di rocce e pietrisco che hanno bloccato il transito su diverse strade e in molti punti il manto stradale è aperto da profonde fessure. Una lunga spaccatura nel terreno si è aperta sulla superficie del locale campo di calcio. Anche la fornitura di energia elettrica a diverse località si è interrotta. I maggiori danni si sono registrati nel villaggio di Pallikis dove vecchie abitazioni, tra cui anche un pensionato per anziani, hanno dovuto essere evacuate. Sul posto è arrivato in elicottero il ministro degli Interni Yiannis Michelakis per rendersi conto di persona dell'impatto del sisma. Il terremoto, oltre che sulle coste nord-occidentali della Grecia, è stato avvertito anche a Patrasso ed Atene. DUE LE SCOSSE A CEFALONIA IN GRECIA L'Usgs, l'Istituto geologico americano Usgs a Lixourion, nell'isola di Cefalonia ha precisato che sono state due le scosse che hanno colpito oggi la cittadina di Lixourion a Cefalonia in Grecia. La prima di magnitudo 6.0 è stata registrata ad una profondità di 18,8 km alle ore 14:55 (le 13:55 in Italia), mentre la seconda alle ore 15:08 locali aveva una magnitudo di 5.0 ed si è verificata ad una profondità di 12,8 km.

martes, 14 de enero de 2014

''IL VULCANO MARSILI È ANCORA ATTIVO E PERICOLOSO''. UN'ERUZIONE PUÒ CAUSARE UNO TSUNAMI NEL TIRRENO



C'è un gigante sommerso che fa paura nel mar Tirreno. Si tratta del Marsili, che con i suoi 70 km di lunghezza e i 30 di larghezza, è il vulcano più grande d'Europa e del Mediterraneo. Nonostante gli oltre tremila metri di altezza dal fondo marino, la vetta resta ben 500 m sotto la superficie. 
ATTIVO E PERICOLOSO. "Il vulcano è ancora attivo". A stabilirlo, con un lavoro pubblicato su 'Gondwana Research', un gruppo di ricerca internazionale che comprende l'Istituto per l'ambiente marino costiero del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Iamc-Cnr) e l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma (Ingv). Una campagna di esplorazione, cominciata nel 2006 a bordo della nave oceanografica 'Universitatis', ha fatto un punto di chiarezza scientifica sulla natura di questo vulcano sottomarino, della cui potenziale pericolosita' si discute molto poiche' e' nota da tempo la sua attivita' sismica e idrotermale. TEORIE SMENTITE. "L'ipotesi piu' accreditata dagli studiosi era quella che considerava cessata, all'incirca 100.000 anni fa, l'attivita' eruttiva del vulcano - dice Mattia Vallefuoco, dell'Iamc-Cnr - nel corso della missione, finalizzata ad acquisire nuovi dati sui prodotti emessi dal Marsili e sulla loro età, è stata prelevata ad una profondita' di 839 metri una colonna di sedimento che ha evidenziato due livelli di ceneri vulcaniche dello spessore di 15 e 60 centimetri, la cui composizione chimica risulta coerente con quella delle lave del vulcano". Per risalire all'eta' degli strati di questa 'carota' di ceneri i ricercatori si sono serviti del carbonio 14. NATURA ESPLOSIVA. "Le due analisi eseguite sui gusci di organismi fossili contenuti nei sedimenti hanno fornito rispettivamente eta' di 3000 e 5000 anni - afferma Guido Ventura, ricercatore Ingv - datazioni che testimoniano una natura almeno parzialmente esplosiva del Marsili in tempi storici". RISCHIO TSUNAMI. Molti gli studi condotti in questi anni. In caso di eruzione marina molto violenta del Marsili o degli altri giganti sommersi vicini Vavilov e Magnaghi, potrebbe generarsi uno tsunami nel Tirreno. Gli stessi effetti potrebbero verificarsi con una grossa frana. La vicinanza del Marsili alle coste di Campania, Calabria e Sicilia renderebbe impossibile trasmettere un'allerta in caso di tsunami. Un'onda anomala impiegherebbe solo una trentina di minuti per raggiungere la costa più vicina. MONITORAGGIO. "A questo punto sono necessarie nuove ricerche per implementare un sistema di monitoraggio che possa valutare l'effettiva pericolosità connessa a una possibile eruzione sottomarina. Non è da escludere - avverte Guido Ventura - che il Marsili venga inserito nella lista dei vulcani italiani attivi come Vesuvio, Campi Flegrei, Stromboli, Etna, Vulcano e Lipari". Alla ricerca hanno collaborato anche l'Universita' Gabriele d'Annunzio di Chieti, la Schlumberger Information Solutions di Madrid, la Leibniz University di Hannover e la societa' Eurobuilding Spa di Servigliano.

lunes, 13 de enero de 2014

SOLE, BOTTI DI CAPODANNO: DUE ESPLOSIONI SALUTANO L'ARRIVO DEL NUOVO ANNO



Una nuova grande eruzione di materiale è stata registrata il primo gennaio dal telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory della Nasa. Nell'attesa di comprendere se i nuovi fenomeni registrati a cavallo del nuovo anno possano provocare disturbi alle comunicazioni elettromagnetiche sulla Terra, i ricercatori dell'Agenzia americana per l'atmosfera e gli oceani (Noaa) prevedono nei prossimi giorni nuovi forti brillamenti. Il primo brillamento dell'anno è stato 'esploso' da una grande macchia solare chiamata Ar1936. Il violento lampo di luce ultravioletta è stato rilevato dal telescopio Sdo e classificato nella classe M9, la seconda in ordine di potenza. Le immagini riprese dal telescopio spaziale mostrano l'esplosione di una 'bolla' di plasma e la ricaduta di buona parte dei materiali sulla superficie della stella.
 

sábado, 4 de enero de 2014

SOLE, ALTRO CHE BOTTI: A CAPODANNO UNA SPETTACOLARE ERUZIONE



 Festeggiamenti di Capodanno anche sul Sole. La nostra stella ha salutato l'anno nuovo con i "botti": un primo brillamento il 31 dicembre, poi una grande eruzione il 1 gennaio. A registrare l'attività è stato il telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory(Sdo) della Nasa. Nell'attesa di comprendere se i nuovi fenomeni registrati a cavallo del nuovo anno possano provocare disturbi alle comunicazioni elettromagnetiche sulla Terra, i ricercatori dell'Agenzia americana per l'atmosfera e gli oceani (Noaa) prevedono nei prossimi giorninuovi forti brillamenti. Il primo brillamento dell'anno è stato 'esploso' da una grande macchia solare chiamata Ar1936. Il violento lampo di luce ultravioletta è stato rilevato dal telescopio Sdo e classificato nella classe M9, la seconda in ordine di potenza. Le immagini riprese dal telescopio spaziale mostrano l'esplosione di una 'bolla' di plasma e la ricaduta di buona parte dei materiali sulla superficie della stella. Secondo i ricercatori una parte del materiale espulso potrebbe sfiorare il campo magnetico terrestre entro la settimana. L'attenzione dei ricercatori è però ora rivolta verso una nuova macchia solare, chiamata Ar1944 e appena apparsa al margine dell'orizzonte: sembrerebbe particolarmente potente ma le informazioni sono ancora poche per tentare ogni previsione. Al momento le dimensioni sembrerebbero tali da far ipotizzare nuove violente eruzioni tanto che il Noaa stima nei prossimi giorni al 70% la possibilità di brillamenti di categoria M e al 30% di classe X, la più potente.

SOLE, BOTTI DI CAPODANNO: DUE ESPLOSIONI SALUTANO L'ARRIVO DEL NUOVO ANNO



 Una nuova grande eruzione di materiale è stata registrata il primo gennaio dal telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory della Nasa. Nell'attesa di comprendere se i nuovi fenomeni registrati a cavallo del nuovo anno possano provocare disturbi alle comunicazioni elettromagnetiche sulla Terra, i ricercatori dell'Agenzia americana per l'atmosfera e gli oceani (Noaa) prevedono nei prossimi giorni nuovi forti brillamenti. Il primo brillamento dell'anno è stato 'esploso' da una grande macchia solare chiamata Ar1936. Il violento lampo di luce ultravioletta è stato rilevato dal telescopio Sdo e classificato nella classe M9, la seconda in ordine di potenza. Le immagini riprese dal telescopio spaziale mostrano l'esplosione di una 'bolla' di plasma e la ricaduta di buona parte dei materiali sulla superficie della stella.