miércoles, 29 de enero de 2014

L'ESPLOSIONE DI UNA SUPERNOVA RIPRESA ANCHE DAGLI ASTROFILI POLESANI



 È rimbombata in tutto il mondo astronomico la notizia dell'esplosione di una supernova sulla Galassia Sigaro, per gli esperti M82, attiva nella costellazione dell'Orsa maggiore, a 12 milioni di anni luce dalla Terra. La scoperta è stata fatta per puro caso il 21 gennaio scorso da un gruppo di studenti britannici. 
Anche l'osservatorio astronomico di Rovigo, guidato dal Gruppo Astrofili polesani, si è messo all'opera per riprendere l'evento. «Il lavoro è stato effettuato sabato 25 gennaio a causa delle condizioni meteo avverse, che hanno impedito di svolgere le riprese prima - spiegano gli operatori Gianpaolo Guarese e Luca Boaretto, responsabili dell'osservatorio - il risultato è stato emozionante, soprattutto nel momento in cui abbiamo confrontato sullo schermo le ultime riprese con quelle d'archivio dello scorso autunno, della stessa galassia».

domingo, 26 de enero de 2014

TERREMOTI IN SERIE A CEFALONIA. ''SCOSSA DI 5.5 ALLE 19.45''



Una fortissima scossa di magnitudo 6.0 è stata registrata alle 14.55 sulla costa orientale greca, nel mar Ionio. Il terremoto è stato registrata dall'Istituto geologico americano Usgs a Lixourion, nell'isola di Cefalonia, nord-ovest della Grecia, nel mar Ionio. L'isola è stata sconvolta da forti scosse per tutta la giornata. Alle 19.45 nuovo forte movimento tellurico di 5.5. 
Entrambi i terremoti sono stati chiaramente avvertiti in Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia. Gli epicentri nel Mar Jonio, al largo delle coste greche. Per ora non si hanno notizie di danni a persone o cose. PAURA IN PUGLIA. La scossa del pomeriggio è stata avvertita chiaramente a Taranto e nel Salento dove i piani alti delle case hanno tremato. Numerosissime telefonate sono pervenute dalle 15 in poi al centralino dei vigili del fuoco di Brindisi da gente allarmata. Chiamate al centralino dei pompieri sono pervenute non solo da tutta la provincia di Brindisi, ma anche dal sud Barese per avere informazioni e per il timore che si registrassero altre scosse. Il sisma, secondo quanto si evince dai social network sui quali è iniziata presto la condivisione di notizie, è stato avvertito anche nel resto del Salento e in provincia di Taranto. TUTTO IL SUD COINVOLTO. L'onda sismica registrata nell'isola di Cefalonia (Grecia) alle 14.55 ha raggiunto anche buona parte del Sud Italia dove la scossa è stata percepita in maniera lieve: segnalazioni sono giunte all'Osservatorio Vesuviano da Matera, dal Casertano e dal Napoletano. Il sisma è stato avvertito in maniera sensibile anche nella Calabria jonica, in alcune zone della Puglia e in tutta l'area Med. Diverse le segnalazioni anche a Napoli città, soprattutto da parte di chi abita in collina e ai piani alti. Allo stato non si hanno notizie di danni. NOTA ZONA SISMICA È una zona nota per la sua sismicità, quella colpita oggi dal terremoto di magnitudo 6,3. L'epicentro è stato localizzato nell'isola di Cefalonia, in una zona molto particolare. «È una zona molto vicina alla placca dell'Egeo, che è una microplacca che si insinua fra la placca Africana e quella Eurasiatica», spiega il direttore del Centro Nazionale Terremoti dell'Ingv, Alberto Michelini. La microplacca Egea si trova nel punto in cui le due grandi placche continentali si muovono orizzontalmente l'una rispetto all'altra. Questo stesso tipo di movimento, rileva Michelini, caratterizza la faglia all'origine del terremoto di oggi. DANNI A CEFALONIA Non ci sarebbero vittime a seguito del forte terremoto che questo pomeriggio ha colpito l'isola greca di Cefalonia, nel mare Ionio, ma la scossa iniziale e la scia sismica che si è succeduta hanno provocato gravi danni alle rete stradale e agli edifici più vecchi. Lo riferiscono media locali. Il movimento tellurico ha causato numerose frane di rocce e pietrisco che hanno bloccato il transito su diverse strade e in molti punti il manto stradale è aperto da profonde fessure. Una lunga spaccatura nel terreno si è aperta sulla superficie del locale campo di calcio. Anche la fornitura di energia elettrica a diverse località si è interrotta. I maggiori danni si sono registrati nel villaggio di Pallikis dove vecchie abitazioni, tra cui anche un pensionato per anziani, hanno dovuto essere evacuate. Sul posto è arrivato in elicottero il ministro degli Interni Yiannis Michelakis per rendersi conto di persona dell'impatto del sisma. Il terremoto, oltre che sulle coste nord-occidentali della Grecia, è stato avvertito anche a Patrasso ed Atene. DUE LE SCOSSE A CEFALONIA IN GRECIA L'Usgs, l'Istituto geologico americano Usgs a Lixourion, nell'isola di Cefalonia ha precisato che sono state due le scosse che hanno colpito oggi la cittadina di Lixourion a Cefalonia in Grecia. La prima di magnitudo 6.0 è stata registrata ad una profondità di 18,8 km alle ore 14:55 (le 13:55 in Italia), mentre la seconda alle ore 15:08 locali aveva una magnitudo di 5.0 ed si è verificata ad una profondità di 12,8 km.

martes, 14 de enero de 2014

''IL VULCANO MARSILI È ANCORA ATTIVO E PERICOLOSO''. UN'ERUZIONE PUÒ CAUSARE UNO TSUNAMI NEL TIRRENO



C'è un gigante sommerso che fa paura nel mar Tirreno. Si tratta del Marsili, che con i suoi 70 km di lunghezza e i 30 di larghezza, è il vulcano più grande d'Europa e del Mediterraneo. Nonostante gli oltre tremila metri di altezza dal fondo marino, la vetta resta ben 500 m sotto la superficie. 
ATTIVO E PERICOLOSO. "Il vulcano è ancora attivo". A stabilirlo, con un lavoro pubblicato su 'Gondwana Research', un gruppo di ricerca internazionale che comprende l'Istituto per l'ambiente marino costiero del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Iamc-Cnr) e l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma (Ingv). Una campagna di esplorazione, cominciata nel 2006 a bordo della nave oceanografica 'Universitatis', ha fatto un punto di chiarezza scientifica sulla natura di questo vulcano sottomarino, della cui potenziale pericolosita' si discute molto poiche' e' nota da tempo la sua attivita' sismica e idrotermale. TEORIE SMENTITE. "L'ipotesi piu' accreditata dagli studiosi era quella che considerava cessata, all'incirca 100.000 anni fa, l'attivita' eruttiva del vulcano - dice Mattia Vallefuoco, dell'Iamc-Cnr - nel corso della missione, finalizzata ad acquisire nuovi dati sui prodotti emessi dal Marsili e sulla loro età, è stata prelevata ad una profondita' di 839 metri una colonna di sedimento che ha evidenziato due livelli di ceneri vulcaniche dello spessore di 15 e 60 centimetri, la cui composizione chimica risulta coerente con quella delle lave del vulcano". Per risalire all'eta' degli strati di questa 'carota' di ceneri i ricercatori si sono serviti del carbonio 14. NATURA ESPLOSIVA. "Le due analisi eseguite sui gusci di organismi fossili contenuti nei sedimenti hanno fornito rispettivamente eta' di 3000 e 5000 anni - afferma Guido Ventura, ricercatore Ingv - datazioni che testimoniano una natura almeno parzialmente esplosiva del Marsili in tempi storici". RISCHIO TSUNAMI. Molti gli studi condotti in questi anni. In caso di eruzione marina molto violenta del Marsili o degli altri giganti sommersi vicini Vavilov e Magnaghi, potrebbe generarsi uno tsunami nel Tirreno. Gli stessi effetti potrebbero verificarsi con una grossa frana. La vicinanza del Marsili alle coste di Campania, Calabria e Sicilia renderebbe impossibile trasmettere un'allerta in caso di tsunami. Un'onda anomala impiegherebbe solo una trentina di minuti per raggiungere la costa più vicina. MONITORAGGIO. "A questo punto sono necessarie nuove ricerche per implementare un sistema di monitoraggio che possa valutare l'effettiva pericolosità connessa a una possibile eruzione sottomarina. Non è da escludere - avverte Guido Ventura - che il Marsili venga inserito nella lista dei vulcani italiani attivi come Vesuvio, Campi Flegrei, Stromboli, Etna, Vulcano e Lipari". Alla ricerca hanno collaborato anche l'Universita' Gabriele d'Annunzio di Chieti, la Schlumberger Information Solutions di Madrid, la Leibniz University di Hannover e la societa' Eurobuilding Spa di Servigliano.

lunes, 13 de enero de 2014

SOLE, BOTTI DI CAPODANNO: DUE ESPLOSIONI SALUTANO L'ARRIVO DEL NUOVO ANNO



Una nuova grande eruzione di materiale è stata registrata il primo gennaio dal telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory della Nasa. Nell'attesa di comprendere se i nuovi fenomeni registrati a cavallo del nuovo anno possano provocare disturbi alle comunicazioni elettromagnetiche sulla Terra, i ricercatori dell'Agenzia americana per l'atmosfera e gli oceani (Noaa) prevedono nei prossimi giorni nuovi forti brillamenti. Il primo brillamento dell'anno è stato 'esploso' da una grande macchia solare chiamata Ar1936. Il violento lampo di luce ultravioletta è stato rilevato dal telescopio Sdo e classificato nella classe M9, la seconda in ordine di potenza. Le immagini riprese dal telescopio spaziale mostrano l'esplosione di una 'bolla' di plasma e la ricaduta di buona parte dei materiali sulla superficie della stella.
 

sábado, 4 de enero de 2014

SOLE, ALTRO CHE BOTTI: A CAPODANNO UNA SPETTACOLARE ERUZIONE



 Festeggiamenti di Capodanno anche sul Sole. La nostra stella ha salutato l'anno nuovo con i "botti": un primo brillamento il 31 dicembre, poi una grande eruzione il 1 gennaio. A registrare l'attività è stato il telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory(Sdo) della Nasa. Nell'attesa di comprendere se i nuovi fenomeni registrati a cavallo del nuovo anno possano provocare disturbi alle comunicazioni elettromagnetiche sulla Terra, i ricercatori dell'Agenzia americana per l'atmosfera e gli oceani (Noaa) prevedono nei prossimi giorninuovi forti brillamenti. Il primo brillamento dell'anno è stato 'esploso' da una grande macchia solare chiamata Ar1936. Il violento lampo di luce ultravioletta è stato rilevato dal telescopio Sdo e classificato nella classe M9, la seconda in ordine di potenza. Le immagini riprese dal telescopio spaziale mostrano l'esplosione di una 'bolla' di plasma e la ricaduta di buona parte dei materiali sulla superficie della stella. Secondo i ricercatori una parte del materiale espulso potrebbe sfiorare il campo magnetico terrestre entro la settimana. L'attenzione dei ricercatori è però ora rivolta verso una nuova macchia solare, chiamata Ar1944 e appena apparsa al margine dell'orizzonte: sembrerebbe particolarmente potente ma le informazioni sono ancora poche per tentare ogni previsione. Al momento le dimensioni sembrerebbero tali da far ipotizzare nuove violente eruzioni tanto che il Noaa stima nei prossimi giorni al 70% la possibilità di brillamenti di categoria M e al 30% di classe X, la più potente.

SOLE, BOTTI DI CAPODANNO: DUE ESPLOSIONI SALUTANO L'ARRIVO DEL NUOVO ANNO



 Una nuova grande eruzione di materiale è stata registrata il primo gennaio dal telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory della Nasa. Nell'attesa di comprendere se i nuovi fenomeni registrati a cavallo del nuovo anno possano provocare disturbi alle comunicazioni elettromagnetiche sulla Terra, i ricercatori dell'Agenzia americana per l'atmosfera e gli oceani (Noaa) prevedono nei prossimi giorni nuovi forti brillamenti. Il primo brillamento dell'anno è stato 'esploso' da una grande macchia solare chiamata Ar1936. Il violento lampo di luce ultravioletta è stato rilevato dal telescopio Sdo e classificato nella classe M9, la seconda in ordine di potenza. Le immagini riprese dal telescopio spaziale mostrano l'esplosione di una 'bolla' di plasma e la ricaduta di buona parte dei materiali sulla superficie della stella.